LUCI PER INTERVISTE. Quando entriamo nell’ufficio di un assessore, di un parlamentare, di un top manager, i nostri occhi potrebbero ingannarci. Strumenti di una enorme qualità, gli occhi ci lasciano credere che la luce presente nella stanza sia sufficiente a illuminare il politico o il manager che vogliamo filmare per una intervista. Niente di più sbagliato. La luce naturale e quella di un normale lampadario sono spesso insufficienti. Per questo, sarà necessario avere con noi un kit di due o addirittura di tre luci, così da mettere in piedi un vero e proprio set dell’intervista. E queste luci dovranno avere una potenza complessiva, tutte e tre, di almeno 1500 watt. Quali luci scegliere, alla fine? Molto utile, in questa logica, è il SOFTBOX. Questa lampada, di norma in uso ai fotografi, potrà essere sistemata sul lato sinistro dell’intervistato, in modo da illuminare la parte destra del suo volto. Potremo sistemare un secondo SOFTBOX alle spalle dell’intervistato, anche ad una certa distanza, così da creare una seconda fonte di luce da dietro. In alternativa, potremo lasciare buia la parte che è dietro l’intervistato. Ma in questo caso tornerà utile sistemare almeno un punto luce (tipo una lampada da abitazione) alle spalle dell’intervistato, sempre lungo il lato sinistro già presidiato dal SOFTBOX. I SOFTBOX non sono molto costosi. Ma converrà prenderne uno che abbia delle lampade di una buona qualità (“daylight balanced”), da 5400 kelvin. Queste lampade aiutano la videocamera a bilanciare la loro luce e la luce naturale.